Una intervista in radio

Oggi sono stato intervistato da una web radio. Mi ero preparato tutto un ragionamento, ma come sempre le domande poi portano la conversazione in direzioni imprevedibili. Riporto quindi qui sul blog quello che mi ero ripromesso di dire.

Perché scrivo fantascienza?

È un’ottima domanda. Da un punto di vista economico ci sono generi molto più redditizzi, soprattutto in Italia. A parte i grandi classici come il giallo, il thriller, il poliziesco, in questo momento va molto il romance, per esempio. Quindi è certo che non lo faccio per i soldi o per la fama.

Il motivo principale, oltre che per la passione (la fantascienza è il genere che mi piace di più in generale anche come fruitore), è di certo perchè la fantascienza è lo strumento ideale per raggiungere il mio obiettivo: parlare della nostra società in maniera non saggistica. Viviamo in tempi di forti polarizzazioni e scarsissima partecipazione sociale e politica. Se paragoniamo la società dei giorni nostri a quella degli anni sessanta o settanta, ci rendiamo conto di come i grandi movimenti di massa siano spariti e siano stati sostituiti da un generale senso di smarrimento e rassegnazione, sopra al quale vengono poi cavalcate in maniera interessata le pulsioni xenofobe o suprematiste più basse, o viene alimentata la tendenza edonista dell’affermazione individuale a discapito della società circostante.

Volendo parlare di questi temi, uno scrittore ha di fronte a sé due possibilità: o scrive un saggio e si rivolge a un pubblico accademico o comunque alla ricerca di una analisi formale, oppure scrive un romanzo (o un ciclo di romanzi) e incarna nei personaggi i temi di cui vuole parlare. Io trovo molto più interessante questa seconda opzione e cerco di scrivere romanzi prima di tutto avvincenti che solo poi, a lettura ultimata, lascino un riverbero, una eco nella mente del lettore.

Ecco allora che nei miei romanzi ci sono personaggi combattuti, personaggi egoisti nei quali potremmo ritrovare pezzi di noi stessi, personaggi che invece sono disposti persino a dare la vita per un ideale e personaggi che calpesterebbero chiunque (letteralmente, anche con mezzi meccanici) pur di raggiungere i propri obiettivi. Per finire ci sono anche Dumpire buoni. Perché questo è importante per me? Perché i Dumpire li crea il mercato, li creano le Corporation che li sfruttano finchè ne hanno bisogno e poi li eliminano. In ultima analisi, anche i cattivi della storia sono essi stessi delle vittime e stanno a rappresentare che la realtà non è mai organizzata per cateogorie manichee, nettamente divisa fra luce e buio. Bisogna sempre scavare a fondo per comprendere la complessità delle cose. Per capire dove stanno davvero i cattivi della storia.